“Kit di sopravvivenza per la salute mentale” e “Piccolo manuale di sopravvivenza in psichiatria” recensioni di Stefania Garini

Due interessanti recensioni sul tema della psichiartia da parte della nostra volontaria Stefania Garini 

“LETTI PER VOI”

Kit di sopravvivenza per la salute mentale, di Peter C. Gotzsche, Giovanni Fioriti 2021
Piccolo manuale di sopravvivenza in psichiatria, di Ugo Zamburru, Angela Spalatro, Ed. Gruppo Abele 2021

Questa volta torniamo a parlare di psichiatria, grazie all’uscita di due libri – utili sia per le équipe curanti sia per pazienti e familiari – accomunati nel titolo da un tema cruciale: la sopravvivenza. Un tema reso attuale dalla pandemia, che oltre al resto ha determinato anche un aumento delle patologie psichiatriche. Ma se è vero che la malattia psichica, come ogni altra patologia, può andare incontro a tre esiti fondamentali – cronicizzazione, morte, guarigione – è anche vero che tra questi l’aspetto più “sbandierato” è il primo, che reca con sé il pregiudizio dell’inguaribilità. Tuttavia è lecito domandarsi fino a che punto la cronicità è un portato della malattia e fino a che punto può invece dipendere dalle terapie stesse. Utili nelle acuzie e nel breve termine, gli psicofarmaci possono infatti diventare dannosi se somministrati in maniera eccessiva (come nei “cocktail” multipli) e nel lungo periodo (per decenni o per tutta la vita). Attraverso studi rigorosi e documentati, il chimico e ricercatore danese Peter Gotzsche dimostra come l’abuso di psicofarmaci causi, oltre a “danni collaterali” all’organismo (problemi cardiocircolatori, renali, gastrointestinali…) anche effetti neurologici gravi, andando persino ad aggravare i sintomi psichiatrici iniziali. Perché allora, salvo virtuose eccezioni, i medici continuano a somministrare questi farmaci per lassi di tempo incongrui?

Oltre ai pregiudizi sull’inguaribilità della malattia e ai conflitti d’interesse (studi scientifici sovvenzionati dalle aziende farmaceutiche), Gotzsche evidenzia la dipendenza prodotta dagli psicofarmaci. Quando la loro assunzione viene interrotta di colpo o scalandoli in modo non abbastanza graduale, si scatenano vere e proprie crisi d’astinenza, con sintomi fisici ed emotivi pericolosi (fino a condotte violente contro sé e gli altri), che di solito vengono interpretati come un riemergere della malattia, inducendo così l’immediato ritorno al farmaco. Per spezzare il circolo vizioso Gotzsche offre indicazioni concrete su come affrontare la patologia psichiatrica senza abusare dei farmaci e sui modi corretti per ridurne l’uso evitando danni ai pazienti.

Gli stessi temi dell’autore danese – psicofarmaci, contenzione, valore delle diagnosi, prospettive di guarigione – si ritrovano nel manuale di Zamburru e Spalatro, rispettivamente psichiatra e psicologa, che fanno il punto sui bisogni e i diritti delle persone con sofferenza psichica, offrendo un vivace mix di informazioni e testimonianze. L’obiettivo è favorire il dialogo tra utenti, familiari, operatori e servizi territoriali, offrendo una sorta di salvagente per “restare a galla tra le onde della sofferenza mentale”. Perché tra i primi mali da sconfiggere ci sono l’isolamento e la mancata conoscenza delle opportunità esistenti.

Stefania Garini