Nel 2020 la pandemia ci ha costretti a interrompere il nostro servizio in ospedali, Rsa e gruppi
appartamento. Lo spirito di solidarietà e il desiderio di rendersi utili agli altri non è però venuto
meno, e i nostri volontari si sono dati disponibili per nuovi impegni.
È nata così una collaborazione tra l’AVO e la Consulta per le Persone in Difficoltà (CPD) di Torino,
nell’ambito del progetto ‘Insieme a casa tua’, un servizio di ascolto telefonico.
Dallo scorso novembre a oggi sono state inserite in questa attività 13 volontarie AVO, su un totale
di 35 candidati disponibili. Gli inserimenti nel nuovo servizio vengono effettuati con gradualità, via
via che la Consulta ci segnala le persone cui telefonare: si tratta di anziani soli, talvolta con
disabilità, bisognosi di contatto umano; oppure persone più giovani con situazioni multi-
problematiche (difficoltà economiche, psicologiche, di salute e/o disabili ecc.).
Gli abbinamenti tra volontario e “utente” vengono effettuati tenendo conto di diverse variabili:
età, sesso, interessi, problematiche varie (ad esempio se un utente parla solo di temi religiosi, si
cerca di affiancargli un volontario con interessi analoghi o quanto meno non ostile all’argomento).
Le telefonate di compagnia si svolgono a cadenza settimanale, in giorni e orari concordati tra
volontario e utente in base alle rispettive esigenze. La durata delle conversazioni è variabile, a
seconda dei momenti, dei bisogni comunicativi e del carattere dell’utente ecc., per cui alcune
telefonate durano solo 10 minuti e altre… più di due ore! Già questo fa capire la grande
disponibilità e dedizione delle nostre volontarie.
Inutile dire che la vocazione all’ascolto propria dell’AVO si sta rivelando preziosa in questo tipo di
servizio, in cui non ci si vede in faccia e manca tutta la parte della comunicazione non verbale
(sguardi, sorrisi, ecc.).
In generale, le volontarie hanno instaurato un’ottima relazione con le persone. Ma non è tutto
rose e fiori. Ad esempio è emerso che alcuni utenti avevano esigenze diverse, non tanto di
compagnia telefonica quanto di sostegno economico, sanitario, o desiderio di contatti più
“personali”, face to face, non solo telefonici e anonimi. Una delle regole del progetto ‘Insieme a
casa tua’ è infatti che il volontario non deve fornire il proprio numero di telefono, ma chiamare in
forma anonima (digitando #31# prima del numero del destinatario). Inoltre, non ci si deve
incontrare con l’utente, per lo meno finché durerà la pandemia, ma limitare il rapporto alle
telefonate. In caso di richieste insistenti, o se emergono bisogni di tipo pratico, si mette in
contatto la persona con la Consulta, che offre gratuitamente una serie di servizi: pacchi viveri,
spesa, consegna farmaci, accompagnamento a visite mediche, consulenze psicologiche e legali.
All’inizio le volontarie AVO, abituate a incontrare situazioni di notevole solitudine e sofferenza,
sono partite con aspettative analoghe riguardo ai destinatari delle telefonate, rimanendo un po’
spiazzate nel caso di utenti che non vivono situazioni di effettiva solitudine, ma hanno una rete
sociale significativa (parenti, amici, vicini ecc.). Tuttavia ci si è resi conto che le telefonate con
persone “esterne” hanno per loro un valore importante.
In questi mesi abbiamo perciò imparato a distinguere quando le persone hanno un effettivo
desiderio di ascolto e compagnia, e quando invece hanno semplicemente bisogno di sapere che –
in caso di necessità – noi volontari “ci siamo”.
Non sono poi mancate situazioni molto critiche e delicate, ad esempio quando un anziano, rimasto
vedovo da poco, ha detto alla volontaria di volersi suicidare.
I problemi che emergono vengono tutti affrontati con buona volontà e lavoro di squadra,
attraverso contatti personali e riunioni periodiche, in cui le volontarie possono confrontarsi tra
loro e con le referenti della Consulta.
L’auspicio è adesso che questo servizio possa svilupparsi ulteriormente, coinvolgendo altri
volontari e affinando la nostra capacità di stare vicini alle persone. Mai come oggi è importante
tenerci stretti gli uni agli altri, con ogni mezzo a disposizione. Una telefonata può fare la differenza.
Di Stefania Garini